Page 11 - Sala-da-Ballo_Villa-Revedin-Bolasco
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Il filo conduttore dell’intero ciclo a fresco è costituito da un gioco tra realtà e
       finzione, già caro al Veronese, ad iniziare dalle effettive aperture sul parco

       del lato a est che permettono l’accesso alla sala, alle quali fa riscontro sulla
       parete opposta a ovest, una serie di illusionistiche balconate affiancate da
       lesene, divenute campiture a fiori appena recisi e a vividi uccelli esotici, cari
       all’Ottocento.
       Da  qui,  inquadrate  sullo  sfondo  di  un  paesaggio  notturno,  il  tempo  delle

       feste, fanno il loro ingresso le coppie degli invitati al ballo.
       Un  riflesso    di  quella  società  dell’epoca  amante  di  feste,  in  particolare  a
       Venezia celebre per i suoi teatri e ridotti e ben nota a Giacomo Casa che,
       secondo l’ottica ottocentesca, ha saputo coglierla nei suoi aspetti più tipici.

       A  ciò  si  aggiunge  l’uso  della  tempera  da  parte  dell’artista  che  gli  ha
       permesso  di  esprimere  appieno  le  sue  capacità  luministiche  nelle  vesti,
       nonché la sua sensibilità pittorica per i particolari.
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