“Il tesoro tessile del Duomo di Castelfranco Veneto”

Per coloro che intendano dedicarsi allo studio dei tessuti antichi, le sacrestie delle chiese costituiscono un “deposito” privilegiato, poiché hanno custodito per secoli interi parati, baldacchini e vesti liturgiche che altrimenti sarebbero andati dispersi o, nel migliore dei casi, dimenticati.
La fragilità di queste stoffe – tessute a mano in seta e filati preziosi – ne ha determinato la rarità anche in ambito museale, poiché come abiti civili venivano reimpiegate all’infinito, riadattate in nuove fogge e nuove misure, passando di mano in mano, spesso da madre a figlia, fino alla loro completa usura.
Alla luce di tali evidenti difficoltà, l’occasione di poter avvicinare i tessili del Duomo di Castelfranco costituisce quindi un’opportunità unica per approfondire lo studio dei tessili antichi, non solo di committenza ecclesiastica (per lo più ricami), ma anche e soprattutto di provenienza civile, in quanto abiti donati alla chiesa dalle nobildonne del territorio – spesso dopo le nozze – smontati e ricuciti in forma di vesti sacre. Era infatti il loro valore intrinseco, determinato dalla presenza di sete e di argento, spesso dorato, che spingeva ad un loro riutilizzo, anche nel caso di soggetti decisamente profani, come nel caso di stoffe decorate con trine di merletto, vezzosi nastri ed eleganti mazzetti di fiori, declinati nei tipici colori del Settecento, che spaziano dal rosa al verde menta, dall’azzurro cielo al lilla, all’aragosta.
Tutto ciò è documentato dalla ricchezza e varietà dei parati rinvenuti in Duomo, di produzione veneziana, ma anche provenienti da altre manifatture italiane e persino francesi, acquistati quest’ultimi disattendendo le leggi della città lagunare, che impediva il commercio di stoffe straniere, a tutela della propria produzione.
La prima ricognizione, che necessita di ulteriori studi e approfondimenti, ha inoltre rivelato che il patrimonio tessile del Duomo – seppur con qualche piacevole sorpresa, che ha permesso il ritrovamento di alcuni pezzi più antichi – copre l’intero arco del XVIII secolo, coincidendo quindi con il periodo di ricostruzione e consacrazione della chiesa, e fornisce ulteriori notizie sulla devozione e sulla società dell’epoca, non solo all’interno della città murata, ma anche di tutto il suo territorio, fornendo uno spaccato della vita civile, sociale ed economica dell’epoca.
Alessandra Geromel Pauletti


Curriculum Vitae di Alessandra Geromel Pauletti

Studi classici e laurea con lode in Conservazione dei Beni Culturali conseguita nel 1994 con una tesi sui tessuti antichi delle chiese di Treviso. Frequenta corsi internazionali di analisi e riconoscimento dei tessuti antichi. Da allora comincia a collaborare con istituzioni museali pubbliche e private come consulente esterno in materia di tessili antichi (catalogazione). Organizza, allestisce e cura in prima persona mostre e cataloghi di carattere storico-artistico, con particolare riferimento ai tessili antichi, al costume, alla moda anche contemporanea e agli accessori; si occupa anche di tradizioni e consuetudini popolari, non ultimo la storia degli allestimenti di tavole e banchetti in epoche antiche. Insegna per tre anni, come docente a contratto “Storia del tessuto” presso l’Università degli Studi di Lecce, corso di laurea in Conservazione dei Beni Culturali. Insegna Storia del tessuto, Storia dell’abbigliamento e Storia dell’arredamento in corsi finanziati dalla Comunità Europea. Ha collaborato come pubblicista alla rivista trimestrale “Il Curioso”, con pezzi riguardanti la moda e le collezioni private. Partecipa a convegni e pubblica articoli e saggi specialistici in Italia. Ha inventariato i tessili delle Collezioni Civiche del Castello Sforzesco di Milano. Attualmente sta catalogando i tessili della Collezione Viesi per incarico della Soprintendenza di Trento.

Elenco pubblicazioni:

Le stoffe degli Abati. Tessuti e paramenti sacri dell’antica Abbazia di Monastier e dei territori della Serenissima, cat. mostra a cura di Alessandra Geromel Pauletti, Treviso, 1997.
“Devozione ed eleganza laica”, in AA.VV., Merlengo. Storia di una comunità e della sua chiesa, Treviso, 1997.
Indue me Domine. I tessuti liturgici del Museo Diocesano di Brescia, “Schede paramenti” a cura di A. Geromel Pauletti, Venezia, 1998.
Oro filato. Il romanzo dei filati metallici preziosi dalle origini ad oggi, a cura di Alessandra Geromel Pauletti, Treviso, 1998.
Il contributo dei tessuti alla formazione del gotico internazionale, “Schede tessuti”, in P. Dal Poggetto (cat. Mostra a cura di), Fioritura tardogotica nelle Marche, Milano, 1998.
“Lo splendore della Chiesa di San Bartolomeo di Salzano attraverso i suoi paramenti: notizie e documenti dagli archivi parrocchiali e diocesani” e “Schede paramenti”, in AA.VV., Il Museo di San Pio X a Salzano. Argenti, tessuti e arredi sacri dal Quattrocento al Novecento, Salzano (Ve), 1999.
Treviso Cristiana. 2000 anni di fede, a cura di L. Bonora – E. Manzato – I. Sartor, “Schede paramenti”, Treviso, 2000.
“Gli esordi del made in Italy tra la Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze e le sfilate di Palazzo Grassi a Venezia”, in Lo stile dell’eleganza. Alta sartoria artigiana, tessuti, accessori, documenti e immagini, cat. Mostra a cura di A. Barzaghi – M. R. Nevola, Treviso, 2001.
“Tessili da abbigliamento e arredamento nella pittura cinquecentesca del Basso Veneto”, in Il vestito e la sua immagine, atti del convegno in omaggio a Cesare Vecellio nel IV centenario della sua morte (Belluno 20-22 ottobre 2001), a cura di J. Guérin Dalle Mese, Belluno, 2002.
“Il costume a Treviso in epoca gotica”, in Dalla testa ai piedi. Costume e moda in età gotica, atti del convegno (Trento, 7-8 ottobre 2002), a cura di L. Dal Prà – P. Peri, Trento 2006.
“Custodi del sacro: paramenti liturgici tra devozione e arte tessile nella chiesa di Maerne”, in corso di pubblicazione.

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